La risposta alla follia globalista sono dazi fortissimi.
Che senso ha mettere 136 divieti, obblighi e tasse, a una ditta italiana, farla chiudere quindi perché la stessa merce dopo arriva a un decimo del prezzo da una azienda vietnamita che non ha e quindi neanche rispetta nessuno di quegli obblighi ?
Che senso ha imporre un sacrosanto elenco di diritti dei lavoratori se poi compri a un ventesimo dall’India la stessa roba fatta da miserabili parìa ?
La globalizzazione ha avuto fin da subito lo scopo e poi chiaramente l’effetto non già di esportare democrazia e diritti, ma di importare miseria e disoccupazione.
La globalizzazione ha come scopo finale quello di far comprare a dei poveracci prodotti pessimi, fatti da schiavi.
La globalizzazione impone una revisione continua dei costi al ribasso che di fatto impedisce di pagare bene i lavoratori, di dar loro quello che spetta loro, di farli lavorare in condizioni umane e salubri, impone, di fatto che essi facciano la vita del loro omologhi nei paesi poveri.
Con lo Stato costretto a tagliare al contempo i servizi, gli ospedali, le eta pensionabili, sussidi e aiuti.
Quella che viaggia sulle 62mila megaportacontainer in pratica è la miseria. Miliardi di tonnellate di miseria. Di sfruttamento di chi ha prodotto tutta quella roba spesso inutile e destinata a trasformarsi in costoso rifiuto in brevissimo tempo, e disperazione dei lavoratori dei paesi riceventi, disoccupati di fronte a quello tzunami di prodotti a costi irrisori.
Il tutto distruggendo il pianeta.
Dazi. E pure forti.
La roba deve essere prodotta qui. E bene. Di materiale indistruttibile. Per durare trent’anni.
Fatta da operai professionisti, ben pagati e lindi. Come deve essere.
L’automazione è vista come uno spauracchio, ma può esser salvezza. La stessa merce è prodotta ora da un operaio invece che da dieci; ecco che l’incidenza del costo della mano d’opera diventa secondaria e non conviene più mettere insieme una squadra di schiavi in Indonesia e poi caricare tutto u una mega nave…. facciamola in Brianza quella cosa, fatta benissimo, e la facciamo venire giù col treno….dura che duri…
Mangiamo SOLO cibo italianao, a parte il caffè e la cioccolata. Si può. Si deve.
Niente salmone, mangiamo sardine. L’avocado ora la fanno anche in Sicilia. Grano italiano, di trecento tipi diversi, fantastico, il migliore, come i limoni, le arance, le verdure, l’uva, poca carne ma buona, formaggi inarrivabili, non parliamo del vino….
Abbiamo tutto, non ci serve nulla.
Lo spostamento dissennato di miliardi tonnellate di robaccia su e giù per gli oceani fa gioco solo alle mega aziende dei trasporti e ai mega commercianti internazionali, ai “commodity traders” ed è molto ben visto dall’oligarchia che, possedendo questi fili di potere, ci tiene come burattini: pronta a chiudere quel rubinetto, a fermare quelle navi e a mandar droni o a minacciare spread…..a imporre “austerity”
Torniamo padroni del nostro cibo, energia, lingua e pensiero.
Pensiamo globale, ma agiamo locale.
Salveremo, nell’ordine, il nostro intestino, la nostra salute, i nostri figli, il nostro paese, il mondo.
Sorridendo.
Io lo sto facendo.