Perchè abbiamo scelto la Permacultura come metodo per la Rivoluzione.
« Le strategie “dal basso verso l’alto” più rilevanti partono
dall’individuo e si sviluppano attraverso l’esempio e l’emulazione fino
a generare cambiamenti di massa. La permacultura – per quanto
complementare a molti approcci “dall’alto verso il basso” all’interno
del movimento ambientalista – non ha come obiettivo principale quello di
far pressione su governo e istituzioni per cambiare la politica, ma
quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di
accentuare la loro autosufficienza e autoregolazione.
Tale approccio si basa sulla consapevolezza che una parte della società
è pronta, disponibile e in grado, sostanzialmente , questo è ancora più significativo – di cambiare il proprio comportamento, se crede che ciò
sia possibile e rilevante.
Questa minoranza socialmente ed ecologicamente motivata rappresenta la chiave di volta di un cambiamento su larga scala. » (David Holmgren)
—————————————-
Nell’agricoltura intensiva delle grandi pianure americane e canadesi,
per ogni caloria prodotta , se ne consumano venti, tra mietitrebbie,
camion, treni, navi e concimi a base petrolifera.
Sembra lecito supporre che col petrolio in fase calante in quanto a riserve, e con prezzi prima o poi in impennata, questo sistema porterà a gravissime crisi alimentari.
Il sistema non è PERMAnente.
Il termine “permacultura” deriva dall’inglese permaculture, una
contrazione sia di permanent agriculture sia di permanent culture dal momento che, secondo il coniatore del termine Bill Mollison: “una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra.
Il nostro assunto è che se altri posseggono ciò che ti serve per vivere, posseggono te, e la tua libertà è tale solo in apparenza.
Quindi stiamo divulgando in parte , ma sopratutto operando, affinchè il nostro territorio torni ad essere Resiliente, attraverso la Permacultura.
Cioè in grado di adattarsi positivamente ai traumi che il moderno svluppo sta inducendo, ottenendo ciò tramite l’autoproduzione di ciò che occorre alla nostra comunità.
Partendo dal cibo ma estendendo presto le nostre attività all’energia, alla cultura, alla scuola e alla produzione di tutto. Dalle patate all’alta tecnologia.
A tutto ciò che occorre a una vita felice e armoniosa.
Ricostruendo soprattutto il senso di comunità, senza il quale l’uomo è indifeso.
E proprio agli indifesi e ai deboli va il nostro primo pensiero.
La lotta di uomini contro uomini per prevalere, per la
ricchezza e per beni materiali in eccesso non ci interessa: siamo
convinti porti a esiti nefasti e non ci siano vincitori.
Armonia e equilibrio pensiamo siano strettamente legati.
In una visione d’insieme, prima o poi, gli altri siamo noi.
Spot on with this write-up, I absolutely feel this website needs far more
“오피스북”
attention. Iíll probably be returning to see more, thanks for the advice!