Sull’appennino parmense, in montagna.
Molte cose sono cambiate.
Quando frequentavo quelle zone ero piccolo.
Tutti gli appezzamenti lavorati.
Storie di contadini, trebbiatrici, fieno e mucche.
Si era parecchi, spesso festanti.
Poi, piano piano, l’agricoltura, che li è fatta di piccoli appezzamenti e grandi fatiche, è stata abbandonata.
Questo ha fatto si che tutti i campi non proprio adiacenti il paese siano quasi completamente tornati ad essere bosco.
Negli anni scorsi caprioli, cervi e cinghiali erano diventati torme.
I branchi erano numerosissimi.
Ora c’è stato un altro cambiamento.
Sono stati reintrodotti i lupi, che in breve sono diventati tanti.
Li si vede spesso, anche in paese: una carcassa di capriolo, orme nella neve, un cucciolo in muta di pelo, sono all’ordine del giorno.
Caprioli e cinghiali decimati, se ne vedono solo ormai pochi e guardinghi.
La natura ripristina i suoi sopraffini equilibri e si riprende i suoi spazi.
Mi piace.
Mi piace molto.